“Un artista ha il dovere di non rimanere insensibile alle ingiustizie.”

Sting a Cesena
C’è il pubblico delle grandi occasioni al Teatro Bonci di Cesena. L’aria sembra elettrica, l’entusiasmo palpabile. Sta per arrivare sul palco Sting. Per raccontarsi e raccontare 40 anni di carriera e di vita. Tra musica, video e parole. L’artista è la guest star o di IMAGinACTION, il Festival internazionale di videoclip.
“Mi sento un po’ italiano. Fa parte delle cose belle della mia vita
Un passaggio velocissimo in quel di Cesena, ritagliatosi tra due date del suo tuor europeo attualmente in corso, ma sicuramente intenso.
La serata di Sting a Cesena inizia sulle note di “Can’t stand losing you”e l’appaluso (scrosciante) non si fa attendere. Alle sue spalle scorrono alcune immagini di 40 anni di carriera, dagli esordi post punk dei Police fino alla più recente fase intimista e al suo ultimo lavoro “57 th & 9th”.
L’artista, camicia rossa a quadri e pantaloni scuri, è davvero molto alla mano, concede lunghe risposte. Ride insieme alla platea e un attimo dopo si commuove e fa commuovere. Ripercorre, con il pubblico in sala, la sua storia, dalle umili origini in Inghilterra, al lavoro come insegnante. Fino alla fatidica svolta con i Police che in un breve arco di tempo entrano a pieno diritto, nella storia della musica, quella con la M maiuscola.
Dopo i Police, Gordon Matthews Thomas Sumner, in arte Sting ha vestito i panni del raffinato cantautore solista. Facendosi portavoce anche dei diritti umani con grande attenzione alle tematiche sociali e ambientali. La sua canzone “Fragile” è legata alla tragedia dell’11 settembre. Ha ricevuto inoltre una nominatin all’Oscar per “The empty chair”, brano che fa parte del documentario dedicato al giornalista James Foley, ucciso dall’Isis. “Chi fa il mio mestiere – dice Sting – ha il dovere di non rimanere insensibile di fronte alle ingiustizie.
Sembra una chiacchierata tra amici, informale. Scopriamo qualche lato più nascosto di lui. Prima di diventare Sting, per esempio, era un bravissimo atleta. É anche un abilissimo giocatore di scacchi.
Durante l’intervista ricorda con commozione gli amici artisti che non ci sono più come David Bowie e Prince. Ma la musica resta, dice Sting. E’ immortale.
Ricorda con affetto anche il caro amico Luciano Pavarotti. Zucchero invece apprezza moltissimo il suo vino. Il suo enorme successo? Un caso fortunatissimo dice lui.

Sting a Cesena
C’è tempo per parlare anche della sua tenuta in Toscana, il Palagio, dove si fa il vino. “Un buon vino è un po’ come una bella canzone – dice Sting – entrambe le cose hanno a che fare con il raccontare. Chiaccherare davanti ad un bicchiere di vino predispone al racconto. A meno ché i bicchieri non diventino troppi.”
“Sono un narratore – continua Sting – se una storia si presta al country o al jazz cerco sempre di creare la musica che meglio esprime quel racconto- .
Visto il passato da insegnante è quasi d’obbligo un confronto tra didattica e musica. In classe – spiega – si impara ed è fondamentale coinvolgere. Ma anche il compito del musicista è quello di entusiasmare.
Saluta tra il pubblico Raffaella una manager che ha avuto il piacere di lavorare con lui in passato.
Conclusasi l’intervista saluta e ringrazia il pubblico presente. Un attimo dopo lui è già sull’auto che lo riporterà ai suoi impegni. Ma Raffaella ci tiene a salutarlo anche di persona e prima che l’auto si muova, bussa sul finestrino. Lui esce un attimo per un saluto al volo e anche noi pochi fortunati che assistiamo alla scena, ne approfittiamo. Salutare Sting non è una cosa da tutti i giorni. Si torna a casa con un bel concentrato di emozioni.